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ADRIANO E ATENE
Occasione per l’organizzazione della mostra è stato il compimento di 1.900 anni dall’inizio del principato dell’imperatore romano (117-138 d.C.). Erudito e profondamente filelleno, Publius Aelius Traianus Hadrianus divenne molto presto partecipe della cultura ellenica, sostenne il movimento intellettuale della Seconda Sofistica e acquisì forti legami con Atene, che volle adornare di splendidi edifici.
Obiettivo della mostra è quello di presentare il filellenismo di Adriano e di sottolineare l’importanza e il peso, che la sua eredità continua ad avere fino ad oggi. Promuovendo l’osmosi dell’intellighenzia greca con la tradizione romana, Adriano contribuì in maniera decisiva alla formazione di una comune base culturale, che rappresentò uno dei più sostanziali elementi della cultura occidentale.
Un mondo ideale prende vita davanti a noi
Importanti intellettuali dell’antichità prendono parte a un immaginario dialogo filosofico. Adriano conversa con il filosofo epicureo Metrodoro, con due grandi rappresentanti della Seconda Sofistica, Antonio Polemone ed Erode Attico, e con Marco Aurelio, imperatore romano e filosofo stoico, che scrisse le sue riflessioni in lingua greca.
Platone e Aristotele rivelano la loro presenza in questo incontro immaginario, in quanto simboli diacronici del pensiero filosofico greco antico. Nell’uditorio, concentrati nell’ascolto degli interlocutori, i cosmeti, i funzionari ateniesi del Ginnasio Diogeneion, che hanno la responsabilità dell’istruzione degli epheboi e sono depositari della paideia ellenica tradizionale nel periodo imperiale.
L’immagine del paesaggio con gli ulivi alle spalle dell’adunanza dei cosmeti fa rivivere l’ambiente naturale dell’Accademia, lì dove oltre all’omonimo Ginnasio c’era anche la scuola filosofica di Platone, attiva fino al 529 d.C., quando tacque definitivamente con un decreto di Giustiniano.
Platone e Aristotele
Simboli diacronici del pensiero filosofico Greco
Provenienza: Atene. Altezza: m 0.18. Marmo: pentelico.
Datazione: copia romana di un originale del 360 a.C., ca.
EAM 3735
Il viso presenta rughe sulla fronte e sopracciglia ravvicinate, indice di atteggiamento pensoso. L’originale del ritratto risale molto probabilmente alla testa di una nota statua, realizzata dallo scultore ateniese Silanione. La statua era stata collocata nel Ginnasio dell’Accademia, luogo dove il grande filosofo impartiva il suo insegnamento, che costituì l’apogeo della filosofia ateniese.
Platone e Aristotele
Simboli diacronici del pensiero filosofico Greco
Provenienza: Atene. Altezza: m 0.42. Marmo: pentelico.
Datazione: copia romana di un originale dell’ultimo quarto del IV sec. a.C.
EAM 3772
Aristotele aveva studiato all’Accademia di Platone, e nel 335 a. C. fondò la sua scuola presso il Ginnasio del Liceo. Oltre che di filosofia, si occupò anche di ricerca e per questo viene anche considerato il fondatore di molte discipline scientifiche. Scopo del suo insegnamento era l’approccio a tutti i campi del sapere, affinché l’individuo potesse sviluppare una personalità completa da completare con l’attività fisica.
Platone e Aristotele
Simboli diacronici del pensiero filosofico Greco
Provenienza: Atene. Altezza: m 0.42. Marmo: pentelico.
Datazione: copia romana di un originale dell’ultimo quarto del IV sec. a.C.
EAM 3772
Aristotele aveva studiato all’Accademia di Platone, e nel 335 a. C. fondò la sua scuola presso il Ginnasio del Liceo. Oltre che di filosofia, si occupò anche di ricerca e per questo viene anche considerato il fondatore di molte discipline scientifiche. Scopo del suo insegnamento era l’approccio a tutti i campi del sapere, affinché l’individuo potesse sviluppare una personalità completa da completare con l’attività fisica.
Un dialogo simbolico
Ritratto di Adriano
Datazione: 130-140 d.C. EAM 3729
La figura porta una corona civica intrecciata con foglie di quercia, nella quale erano inserite un tempo delle foglie d’oro. La quercia e l’aquila nella corona dell’imperatore filelleno sono i simboli di Zeus e certamente si ricollegano al titolo di Olimpio assegnato nel 128/129 d.C. ad Atene, in concomitanza con il completamento del tempio di Zeus Olympios nel 131/132 d.C.
La testa è conformata per l’incastro in una statua colossale, probabilmente una figura con corazza. L’opera, creazione importante di una bottega attica, si ritiene che sia una libera interpretazione del ritratto tipo «Imperatori 32». A modelli greci di età classica rimanda anche l’aspetto di Adriano, con ricca capigliatura e barba.
Ritratto di Adriano
Datazione: 130-140 d.C. EAΜ 632
La testa è leggermente inclinata verso sinistra ed era destinata a essere incassata, come sembra dalla lavorazione della superficie. La figura forse portava un mantello (himation). Opera di sensibilità artistica ellenica, creata da un artista notevole.
Il ritratto appartiene al tipo «Imperatori 32». La svolta verso la cultura e l’educazione della Grecia classica, introdotta in maniera programmatica da Adriano, ebbe come esito anche l’imitazione dell’abbigliamento e delle acconciature.
Busto del filosofo epicureo Metrodoro
Datazione: 117-138 d.C. EAM 368
Metrodoro è rappresentato con la barba, la testa rivolta verso sinistra. Sulla spalla destra porta il mantello. La folta barba si divide sul mento in due parti. La fronte liscia con morbide rughe, le guance larghe dagli zigomi accentuati, il classico naso diritto e le labbra carnose socchiuse richiamano prototipi del IV sec. a.C.
Busto del sofista Polemone (?)
Altezza: m 0.645 (con la base). Marmo: pentelico.
Datazione: 130-140 d.C. EAM 427
È rappresentato un uomo barbato, con la testa rivolta in alto a sinistra. Sulle spalle il mantello. I capelli ondulati formano una ciocca sulla fronte. Le ciglia, eseguite con precisione «metallica», le rughe del viso e la bocca socchiusa rimandano a modelli classici.
È stata proposta l’identificazione con il ritratto del sofista Polemone, famoso per il suo atteggiamento altero e tronfio.
Ritratto di Erode Attico
Datazione: ca.150 d.C. EAM 435
Rappresenta Vibullio Ipparco Tiberio Claudio Attico Erode (101-178 d.C.), illustre retore e sofista ateniese, che favorì soprattutto Atene, ma anche molte altre città, con la costruzione di diversi edifici pubblici. Nell’ambito della Seconda Sofistica ebbe come modello, nella vita pubblica come nella privata, l’imperatore Adriano (imitatio Hadriani), il quale fu uno dei suoi numerosi discepoli.
Ritratto di Marco Aurelio
Datazione: dopo il 170 d.C. EAM 572
Marco Aurelio è qui rappresentato secondo i canoni del suo terzo tipo iconografico. Le fitte ciocche dei capelli sono rese a forma di fiamme, mentre i riccioli spiraliformi della folta barba sono resi meno in rilievo. La fronte alta, le palpebre pesanti, le superfici lisce delle guance e la bocca semiaperta rievocano prototipi classici. La serenità e l’autocontrollo dell’espressione si devono alla sua adesione alla filosofia stoica, della quale fu degno rappresentante.
Cosmeti ed efebi: Una concentrazione allegorica
I più alti funzionari nei ginnasi ateniesi, con mandato annuale, sono i cosmeti. Responsabili esclusivi della gestione amministrativa ed economica dei ginnasi, hanno cura allo stesso tempo della formazione degli efebi. Preparano il programma degli insegnamenti, nominano docenti, organizzano giochi nell’ambito di feste religiose e vigilano sui progressi degli studenti, mentre al termine del loro mandato depositano un rendiconto alla Boule. Atene, con una decisione congiunta dell’assemblea del Demos, della Boule e dell’Areopago, onorava il loro operato erigendo nei ginnasi erme iscritte con i loro ritratti.
Erma con ritratto del cosmeta Eliodoro
Datazione: 115/116 d.C. EAM 384
Secondo l’iscrizione sulla stele è raffigurato il cosmeta Eliodoro, figlio di Eliodoro, del Pireo. I tratti che ne sottolineano l’età avanzata (calvizie, rughe, guance flosce, fosse sotto gli occhi, doppio mento) rimandano al realismo di età flavia. Il cranio largo e il mento quadrato caratterizzano i ritratti di Vespasiano. Le orecchie tumefatte rimandano al suo passato agonistico di lottatore o pugile.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: tarda età traianea. EAM 410
Raffigura un uomo anziano. Le rade ciocche di capelli in leggero rilievo ai lati del capo e le caratteristiche fisiognomiche ne rivelano l’età (calvizie, palpebre infossate, guance incavate a causa della dentatura lacunosa, bocca serrata, labbra inesistenti). La resa realistica rimanda a ritratti di età flavia e traianea.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 110-138 d.C. EAM 392
Raffigura un uomo sbarbato. I corti capelli si dispongono in ciocche disordinate, con riccioli a uncino contrapposti. Le palpebre pesanti, le labbra carnose e il mento «pieno», in combinazione con l’inclinazione del capo, contribuiscono all’espressione melodrammatica della figura. Possiede un raffinato aspetto «ellenico», coltivato dagli esponenti della Seconda Sofistica e che fu adottato dall’élite dell’età adrianea.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: prima età adrianea. EAM 413
Raffigura un personaggio molto vecchio, sbarbato, calvo. È riconoscibile il rimando a ritratti greci, come quello di Tucidide o al tipo dell’Aristotele di Vienna, per quanto concerne la forma del cranio, la disposizione delle rughe sul viso e la resa della barba. Si nota comunque anche un’affinità con ritratti di personaggi imberbi di tarda epoca flavia (ad esempio il mento quadrato).
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 130-140 d.C. EAM 416
È raffigurato un uomo di età matura, barbato, dai corti capelli pettinati in avanti con riccioli a uncino contrapposti. La corta barba è composta da riccioli dal rilievo appena accennato o assente. Le labbra carnose, la barba, ma anche le spesse palpebre dal chiaro contorno «metallico» richiamano prototipi classici in bronzo (come il ritratto di Pericle, opera di Cresila del 430 a.C.).
Erma con ritratto del cosmeta Onasos
Datazione: 129-138 d.C. EAM 387
Secondo l’iscrizione sull’erma è rappresentato il cosmeta Onasos, figlio di Trofimos di Pallene. È ritratto con la barba. La forma allungata del capo, la disposizione dei capelli in morbide ciocche scomposte, la folta barba e soprattutto l’espressione tesa del viso richiamano ritratti di personaggi illustri del IV e III sec. a.C. (Eschilo, Sofocle, Epicuro, Metrodoro).
Erma con ritratto del cosmeta Sosistrato
Datazione: 141/142 d.C. EAM 385
In base all’iscrizione sull’erma è ritratto il cosmeta Sosistrato, figlio di Sosistrato, di Maratona. È raffigurato barbato. L’austera espressione del volto, il basso rilievo della corta barba disposta in masse compatte, le ciocche folte, pesanti e disordinate dei capelli e il viso levigato rimandano al ritratto di Lucio Elio Cesare, figlio adottivo di Adriano, ma anche a quello del sofista Erode Attico.
Erma con ritratto del cosmeta Chrysippos
Datazione: 142/143 d.C. EAM 386
In base all’iscrizione sull’erma, è raffigurato il cosmeta Chrysippos, figlio di Damasias da Phlya (Chalandri). Ritrae un uomo di età matura, barbato, con una leggera calvizie sopra la fronte. I capelli e la barba, corti, sono resi in bassorilievo. L’espressione austera del viso e l’intensità dello sguardo si possono ricondurre a ritratti di personaggi illustri di età classica (Demostene).
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 150/160 d.C. EAM 404
È raffigurato un uomo di età matura, barbato. La folta chioma, composta di riccioli voluminosi e disordinati, la corta barba dal rilievo poco accentuato e la superficie del volto magra ma levigata, costituiscono un consapevole tentativo di imitazione di ritratti di epoca adrianea o anche posteriore, originari dell’area micrasiatica.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: poco prima della fine del II sec. d.C. EAM 405
La testa era incassata nell’erma. Raffigura un uomo di età avanzata, barbato, dall’accentuata calvizie. I capelli disposti sulle tempie in grossi riccioli spiraliformi fortemente rilevati, la barba resa a bassorilievo e la tensione interiore del volto rimandano a ritratti di filosofi stoici di età antonina, ma anche a quelli dell’imperatore filosofo Marco Aurelio.
Busto di «cosmeta» su parte di erma
Datazione: fine II sec. d.C. ca. EAM 394
Raffigura un uomo di età matura, barbato, con il mantello sulla spalla sinistra. La chioma, ricca malgrado l’età del personaggio, si compone di fitte ciocche disordinate. La lunga barba è ondulata, mentre folti baffi nascondono completamente il labbro superiore. Si riconoscono influenze dei ritratti del tipo del filosofo-sofista dell’età di Marco Aurelio.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: fine II sec. d.C. ca. EAM 407
È raffigurato un uomo di età avanzata, barbato, dall’accentuata calvizie. I pochi capelli sulle tempie si dispongono in riccioli disordinati, fortemente plastici, in contrasto con la corta barba, meno rilevata. I folti baffi nascondono completamente la bocca. Il ritratto segue le tendenze fisiognomiche della moda del tempo, accostandosi a ritratti del sofista Elio Aristide, ma anche a quelli del tipo del filosofo provenienti dall’Asia Minore.
Ritratto di «cosmeta» su parte di erma
Datazione: fine II/inizi III sec. d.C. EAM 389
È ritratto un uomo di età avanzata, barbato, calvo; doveva indossare il mantello. I capelli sono disposti disordinatamente in folte ciocche. La barba è corta e i baffi nascondono il labbro superiore. Rimanda a ritratti di filosofi stoici di età Antonina (come Iunius Rusticus), ma anche al tipo del filosofo di provenienza micrasiatica.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: fine II/inizi III sec. d.C EAM 408
È raffigurato un uomo barbato di mezza età. La folta chioma è formata da riccioli scomposti, separati da profonde trapanature. La barba, ugualmente folta, ha un rilievo meno accentuato. La ruga che attraversa la fronte e quelle verticali sull’arcata sopraccigliare sottolineano la spiritualità del personaggio. Si rifà al tipo iconografico del filosofo di provenienza micrasiatica.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 211-217 d.C. EAM 411
Rappresenta un uomo di età matura, dalla corta barba. L’espressione risoluta, I corti baffi e il mento rasato rimandano a ritratti del primo tipo di Caracalla, anche se le ciocche di capelli, insolitamente lunghe e poco rilevate, e pettinate sulla fronte verso destra, fanno riferimento a ritratti dello storico ateniese Senofonte, 340-330 a.C.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 415
È ritratto un uomo barbato, ancora giovane. I folti capelli, pettinati in avanti, sono lavorati a rilievo in ricccioli disordinati. La barba molto corta è resa con un rilievo pochissimo accentuato. Vi si riconosce un tipo di medio-tarda età severiana.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 393
È raffigurato un uomo di età avanzata, barbato, dai lunghi e folti baffi. Sia la disposizione dei capelli, a folte ciocche disordinatamente mosse, che la fitta e lunga barba ondulata, rimandano a ritratti di filosofi cinici (Antistene). Tuttavia il «pathos» dell’espressione riecheggia anche ritratti ellenistici del tipo del filosofo di provenienza microasiatica.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 412
Ritrae un uomo di età matura, barbato. La triplice ripartizione dei capelli sulla fronte e sulle tempie rimanda a ritratti di Antonino Pio, mentre la resa della barba ricorda quelli di Macrino. Sono comunque riconoscibili richiami a ritratti del IV sec. a.C., come quelli dei retori Licurgo, del 350 a.C. ed Eschine, del 320 a.C.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 414
Raffigura un uomo barbato di età matura. Probabilmente indossava il mantello. I corti capelli formano una massa compatta. L’uso del trapano per la separazione dei riccioli è limitato alle parti laterali. La fluidità del modellato di superficie, evidente nella zona degli occhi, è una caratteristica tipica della tarda età severiana.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 395
Ritrae un uomo di età matura, barbato, che doveva indossare il mantello. La resa dei capelli riccioluti ai lati del cranio, come pure lo schema del volto, si rifanno a ritratti dei successori di Caracalla; vi sono comunque richiami al ritratto del retore Eschine, del «tipo Napoli». Le orecchie tumefatte rivelano il suo passato agonistico di lottatore.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-235 d.C. EAM 396
È ritratto un uomo di età matura, barbato. I capelli, corti, sono pettinati inavanti; sulle tempie e sulla nuca si dispongono in una serie di riccioli dal rilievo appena accennato. La folta e lunga barba è formata da ciocche ondulate. Segue gli stereotipi dei ritratti di Platone del «tipo Boehringer», del decennio 350-340 a.C., ma con un tono più eclettico.
Busto di «cosmeta» con parte di erma
Datazione: 231/232 d.C. EAM 388
Raffigura un uomo di età matura, barbato. Sulla spalla sinistra porta il mantello. La ciocca di capelli in mezzo alla fronte e le profonde rughe rivelano l’età. La fisionomia, ma soprattutto la compatta struttura del capo, con la ciocca di capelli sulla fronte rimandano a ritratti del retore Eschine del 320 a.C. Le orecchie tumefatte sono rivelatrici del suo passato agonistico di lottatore.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-240 d.C. EAM 390
È ritratto un uomo di mezza età, barbato. L’aria da filosofo e la calma interiore che emana dal volto rimandano a prototipi classici. Parimenti, la disposizione dei capelli sull’alta fronte ricorda ritratti del retore Eschine, del poeta Menandro, forse anche dello stoico Seneca.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 220-230 d.C. EAM 397
È raffigurato un uomo di età matura, barbato. I corti capelli sono composti da riccioli disordinati fortemente rilevati. La barba, essa pure corta, e i baffi, sono resi con un rilievo meno accentuato. Le orecchie tumefatte rivelano il suo passato agonistico di lottatore. Doveva indossare il mantello.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: metà del III sec. d.C. EAM 409
È ritratto un uomo di età matura, barbato. I capelli sono lavorati a ciocche disordinate e contrapposte, fortemente rilevate. La corta barba è resa in estremo bassorilievo, quasi incisa. Gli occhi profondamente incavati accentuano l’intensità dello sguardo. Dal punto di vista iconografico e stilistico adotta la tipologia dei ritratti dell’epoca di Traiano Decio. Doveva indossare il mantello.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: metà III sec. d.C. ca. EAM 402
È raffigurato un uomo di età matura, barbato. I corti capelli sono pettinati in avanti a riccioli lunati, che sulla fronte si dividono in due ciocche contrapposte e divergenti. La corta barba si dispone a ciocche spiraliformi. L’espressione rude del volto segue i ritratti dell’epoca di Filippo l’Arabo e di Traiano Decio.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: metà III sec. d.C. ca. EAM 406
È raffigurato un uomo di età matura, barbato. La costruzione della testa è pesante, il viso largo e spigoloso. Pochissimo rilevati i capelli e la corta barba, lavorata a punteruolo. Segue la tendenza contemporanea dei ritratti del periodo di Treboniano Gallo. Le orecchie tumefatte testimoniano del suo passato agonistico di pugile.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: metà III sec. d.C. EAM 398
È raffigurato un uomo barbato, ancora giovane. I capelli risultano essere una massa compatta, con i riccioli quasi incisi. La barba invece è resa plasticamente e si dispone in ciocche elicoidali. I baffi sottili sono incisi, come pure le sopracciglia. Segue la tendenza contemporanea dei ritratti della prima età di Gallieno.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: dopo la metà del III sec. d.C. EAM 403
È raffigurato un uomo barbuto, dai bei tratti classici idealizzati. Doveva portare il mantello. I folti capelli si dispongono in corte ciocche lunate. La corta barba presenta un rilievo poco accentuato, mentre le sopracciglia sono rese con una serie di tratti obliqui incisi. L’espressione è seria, malinconica. Richiama ritratti di età adrianea.
Ritratto di «cosmeta»
Datazione: 260-270 d.C. EAM 400
Raffigura un uomo di età matura, barbato. Sia i corti capelli, pettinati in avanti, che la corta barba, sono resi a bassissimo rilievo, ed entrambi lavorati a punteruolo. La testa, che evidenzia spiritualità, segue la corrente contemporanea dei ritratti di filosofi neoplatonici dell’età di Gallieno.
Ritratto di efebo
Datazione: età giulio-claudia (14-68 d.C.). EAM 401
Rappresenta un giovane sbarbato, dai capelli corti. Non è certo che la testa appartenesse all’erma, a causa della sua rotazione ‘eroica’ verso destra, che rimanda a modelli classici policletei. La lavorazione dei capelli, resi a bassorilievo, non è completata, elemento che porta a ipotizzare che la testa fosse incompiuta.
Ritratto di efebo con parte dell’erma
Datazione: 238-251 d.C. EAM 391
Raffigura un giovane senza barba, con il mantello sulla spalla sinistra. I capelli sono costituiti da una massa compatta, con i riccioli abbozzati, quasi incisi. Il volto è giovanile, le guance lisce e piene, le labbra carnose. Il ritratto si rifà allo stile di moda all’epoca, collocandosi vicino ai ritratti di Gordiano III.
Ritratto di efebo
Datazione: poco anteriore al 280 d.C. EAM 399
È raffigurato un giovane uomo sbarbato. I capelli si dispongono in ciocche dritte e lisce, pettinate in avanti a scendere sulla fronte. Il viso è triangolare, con guance «paffute» il mento arrotondato e la bocca piccola; l’espressione è trasognata. Segue lo stile dei ritratti dei figli di Gallieno.
I Ginnasi
Luoghi della formazione fisica e spirituale dei giovani
I ginnasi rappresentano dal VI sec. a.C. gli spazi per eccellenza per la preparazione atletica dei giovani. Dal V sec. a.C. l’esercizio fisico si combina con la formazione spirituale, al fine di una armoniosa integrazione dei giovani nella morale socio-politica e religiosa della città. Nel periodo romano il sistema educativo dei ginnasi si concentra sulla cura dello spirito, mentre si ridimensiona lo spazio dedicato all’esercizio fisico. Già dalla metà del II sec. a.C. sono incluse nel programma formativo lezioni di retorica, filosofia, ma anche di altre scienze, come quella medica, la fisica e l’astronomia, che portarono alla trasformazione dei ginnasi in centri d’istruzione con spazi per l’insegnamento, sale per conferenze e anche biblioteche. Filosofi e retori trovano nei ginnasi il loro uditorio e il loro ambiente naturale. I tre tradizionali ginnasi dell’antica Atene, quelli dell’Accademia, del Liceo e del Cinosarge, erano impiantati in boschetti naturali al di fuori delle mura. Alla fine del III sec. a.C. o agli inizi del II sec. a.C. due ulteriori ginnasi, il Diogeneion e lo Ptolemaion, vengono fondati nel cuore della città antica.
Busto di Antinoo
Datazione: poco dopo il 130 d.C. ΕAΜ 417
Busto nudo con testa del tipo iconografico principale di Antinoo, favorito di Adriano. Il tipo è presumibilmente creazione di una bottega attica ed era particolarmente popolare. La totale nudità indica l’eroizzazione del soggetto e il legame con il mondo del ginnasio, attraverso il quale il culto di Antinoo fu promosso.
Kylix attica a figure rosse attribuita al Pittore di Londra D12
Datazione: 465-455 a.C. EAM A 12462
In entrambe le pareti esterne del vaso è raffigurata una scena di scuola. Nel lato A, la colonna dietro all’allievo seduto rimanda all’edificio scolastico. Il giovane è in procinto di ricevere dal maestro (grammatistes), una tavoletta cerata (diptychon) per gli esercizi di scrittura. Nel lato B a sua volta un giovane riceve dal maestro la lira per la lezione di musica.
Kylix attica a figure rosse attribuita al Pittore di Lyandros
Datazione: intorno al 460 a.C. EAM A 17302
Soggetto di entrambe le raffigurazioni sull’esterno del vaso sono scene di attività atletica in palestra, il portico della quale è rappresentato simbolicamente da una colonna. Al centro della prima scena sul lato A, un atleta con in mano lo strigile, osserva un suo compagno che si appresta a lanciare il giavellotto. Sulla destra, un giovane coperto da mantello (himation), forse l’istruttore (paidotribes), supervisiona l’allenamento dei due atleti. Sul lato B, un atleta porge un aryballos, pieno di olio aromatico a un collega che sta spogliandosi per la gara. Un secondo paidotribes, con indosso un himation, li osserva con attenzione.
Stele di un «cosmeta» e di efebi
Datazione: 117-138 d.C. ΕAΜ 1468
Su di un listello sporgente sono rappresentate a rilievo tre figure maschili. Al centro, il «cosmeta» viene incoronato da un efebo con clamide. Alla sua destra un altro efebo, nudo, che regge un ramo di palma, incorona se stesso; accanto a loro un’idria. Il fondo della scena era probabilmente dipinto in rosso. In basso, in fondo alla stele, una figura di imbarcazione con sette rematori e un timoniere rimanda a una «naumachia». L’iscrizione sul corpo della stele era forse dipinta.
Stele con catalogo degli efebi sotto il cosmeta Archelaos
Datazione: 139-140 d.C. ΕAΜ 1484
La stele è suddivisa in due parti disuguali. Sulla cornice in alto l’iscrizione alla «Buona Fortuna e all’imperatore Antonino Pio» (Agathei Tychei Autokratoros Antoneinou). Nella parte superiore sono rappresentate a rilievo tre figure maschili, con al centro il cosmeta Archelaos figlio di Apollonio del Pireo: indossa l’imatio e viene incoronato da due efebi, dei quali uno indossa l’imatio, l’altro la clamide. Sul corpo della stele sono riportati i nomi dell’arconte, degli educatori (sofronistai), dell’istruttore (paidotribes) a vita, del maestro d’arme (oplomachos) e del comandante (egemon). In basso i nomi degli efebi, quelli cittadini ateniesi (protengraphoi) e non (epengraphoi).
Stele con catalogo degli efebi sotto il cosmeta Eraclide
Datazione: 163/164 d.C. ΕAΜ 1466
Stele con frontone a rilievo, iscritto nella lastra rettangolare. Sono riportati i nomi dell’arconte e del cosmeta Eraclide di Melite. Sul corpo della stele, i nomi degli efebi (ateniesi e non), nomi di feste (Antinoeia ta en astei, Antinoeia ta en Eleusini, Germanikeia, Adrianeia), quelli di due “sistremmatarchi” e di altre autorità ginnasiali (agonothetai, ginnasiarchi, sofronistai). In basso è raffigurata un’imbarcazione con tre rematori seduti che indossano la clamide e due in piedi, a prua e a poppa, con il remo in spalla.
Stele con catalogo di efebi sotto i cosmeti Aur. Dositheos e Thales Dositheos
Datazione: 212/213 d.C. o più tardi ΕAΜ 1465
La stele è suddivisa in due parti disuguali. In alto, all’interno di un pannello rettangolare, sono raffigurati a rilievo tre personaggi maschili. Al centro il cosmeta: Aur. Dositheos o Thales Dositheos, con l’imatio, viene incoronato da due efebi, uno con imatio e uno con clamide, che tengono in mano un ramo di palma. Ai piedi del cosmeta è raffigurato un fascio di volumi arrotolati, mentre accanto all’efebo di destra c’è un’anfora. A destra e a sinistra del pannello corone d’ulivo in rilievo recano iscrizioni onorarie del cosmeta verso gli efebi e degli efebi nei confronti del cosmeta. In basso sono riportati i nomi di autorità e maestri (didaskaloi) del ginnasio (antikosmetes, paidotribes a vita, segretari a vita, sofronistai, ihyposophronistai, soprintendente [prostates], hypopaideotribes, hegemon, hoplomachos, didaskalos, ihypogrammateus, kestrophylax, ginnasiarchi, sistremmatarchi, strategoi, araldi [kerykes], basileus, polemarco, agoranomoi, astynomoi), di feste (Antinoeia, Germanikeia, Antoneia, Adrianeia, Theseia, Athanea, Sebereia, Amphiareia), e nomi di efebi divisi per tribù. Più sotto ancora due navicelle, ciascuna occupata da due rematori, rimandano alle «naumachie», cui dovevano aver partecipato anche i figli del cosmeta.
La mostra è stata organizzata dal Museo Archeologico Nazionale in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene ed è presentata dal 28.11.2017 nella sala 31a delle sculture romane.
Il catalogo della mostra